Quando abbiamo deciso di creare il blog, abbiamo pensato di dare anche spazio ad articoli di persone competenti che potessero darci delucidazioni su tutti gli argomenti che ci incuriosivano.
Questo primo articolo è dedicato allo shopping compulsivo e a parlarcene è la psicologa Alessandra Citarella.
Caratteristica della nostra Società è un diffuso atteggiamento consumistico e l’incoraggiamento all’acquisto alimentando, di conseguenza, falsi bisogni che hanno reso il possesso dell’oggetto la “fonte della felicità.
È difficile segnare il confine tra acquisto normale e patologico; pertanto lo
shopping compulsivo rappresenta spesso il risultato dell’intreccio tra una
manifestazione del disagio individuale e uno stile di vita proposto e alimentato
socialmente, in una società in cui imperia l’acquisto del superfluo.
Lo shopping
compulsivo è un disagio psicologico e comportamentale
caratterizzato da manifestazioni di vere e proprie crisi d’acquisto, una mania
delle spese.
Il soggetto è in preda ad uno stato di tensione
che può essere lenita solo cedendo all’impulso
d’acquisto. Tale tendenza può compromettere,
più o meno seriamente, i diversi ambiti della vita della persona, psicologico,
finanziario, lavorativo, relazionale.
Come dicevamo è difficile
distinguere l’acquisto patologico da quello normale. Le caratteristiche
che contraddistinguono il problema sono un metro utile per riconoscere la
presenza di questo disagio.
Criteri per poter "diagnosticare"
la dipendenza da Shopping Compulsivo:
- Acquisti frequenti in una stessa settimana;
- Gli acquisti sono per lo più cose inutili e
che non hanno alcuna motivazione.
- La compulsione risponde a un bisogno che non può essere
soddisfatto, per cui il mancato acquisto crea crisi d’ ansia e
frustrazione;
- E’ un comportamento nuovo rispetto alle
precedenti abitudini.
La maggioranza degli individui affetti da Shopping Compulsivo è
rappresentato da donne, generalmente di classe media (impiegate, insegnanti,
segretarie, casalinghe); in questi soggetti un rapporto complicato con lo
spendere può essersi presentato già in adolescenza. Le donne prediligono per
l’acquisto oggetti che richiamano l’ “immagine” ( abbigliamento, scarpe, borse,
cosmetici, gioielli ecc..); gli uomini per lo più oggetti che rappresentano il
"potere" o il "prestigio" (tecnologia, auto, moto, ecc..). Gli
oggetti acquistati quasi sempre perdono
il loro fascino subito dopo l’acquisto
e non di rado vengono regalati, mai utilizzati o, addirittura, buttati
via.
Questo atteggiamento è spiegabile dal fatto che
quasi sempre la riduzione della tensione che precede l’acquisto è seguita da sentimenti di colpa e vergogna, per
cui si tende a nascondere agli altri l’oggetto comprato.
La relazione conflittuale con l’oggetto
acquistato è conseguenza di sentimenti quali
senso di vuoto, tristezza, depressione, senso di inadeguatezza e,
soprattutto, bassa autostima.
Sembra infatti che “l’impulso all’acquisto” sia innescato da sentimenti correlati
alla depressione (di entità lieve) come la tristezza, il senso di vuoto, la
frustrazione; inoltre le persone “affette” da Shopping Compulsivo avrebbero un’ autostima
significativamente più bassa rispetto alla popolazione generale. In quest'ottica l’acquisto compulsivo aumentando,
temporaneamente, i sentimenti positivi come l’autostima, la gratificazione, il
senso di potere, sia in grado di neutralizzare tali stati. Il ricorso allo
shopping compulsivo agirebbe come
una dipendenza da sostanze (alcol, droghe) che si auto-rinforza in virtù del
temporaneo effetto di "benessere" che regala.
L’impulso a comprare in alcuni casi, assumere le
caratteristiche tipiche di un ossessione, ovvero di un pensiero coercitivo,
intrusivo, che assedia continuamente la mente dell'individuo il quale, per
liberarsene, mette in atto l’altra faccia della medaglia del disturbo, ovvero
la compulsione, che si concretizza nel comprare in maniera incontrollata ed
irrazionale. Va sottolineata l’associazione tra Shopping Compulsivo e Disturbi Alimentari, soprattutto Bulimia,
che ci rimanda ancora ai sentimenti di bassa autostima, di vuoto, noia, di non
accettazione della propria immagine, di conflitti con le figure genitoriali il
cui rapporto, specie nella fase adolescenziale, risulta difficoltoso.
In conclusione, e vi rimando all’inizio
dell’articolo, va sottolineata l’importanza della società nello stimolare ed
invogliare al consumismo più sfrenato promovendo e giustificando di fatto lo
Shopping Compulsivo.
- Dott.ssa Alessandra Citarella psicologa/psicoterapeuta laureata all'Università "La Sapienza" Roma anno 2002 specializzata in Psicoterapia psicoanalitica e psicologia clinica alla Scuola di Specializzazione post lauream SIRPIDI Roma anno 2008
- Studio privato per contatti citarina76@virgilio.itPotete trovare gli articoli di Alessandra anche sulla rivista ''INVETRINA'' http://www.invetrinarivista.it/publ.html
veramente molto interessante ..... ma chi ne è esente ?
RispondiEliminaciao ave
Nessuno :D
RispondiEliminaA presto :)